Polonia dell’est: ecco dove vivono i discendenti di Gengis Khan
Nelle foreste della Polonia, al confine con la Bielorussia, vive una piccola comunità di tatari, fra tende colorate, piccole moschee e profumi d’Oriente.
Hanno lineamenti rotondi, la base del naso larga, gli occhi allungati e una carnagione dalle tinte forti. Sono Tatari e provengono dalle remote regioni mongoliche a nord-est del deserto dei Gobi. Giunsero in questi territori nel XIII secolo, dopo peregrinazioni iniziate sotto il governo di Batu Khan, nipote di Gengis Khan, che aveva esteso il suo dominio fino ai territori dell’attuale Europa dell’Est. Da nomadi a sedentari, i Tatari che vivono in questo angolo di Polonia, nei paesi di Kruszyniany e Bohoniki, sono musulmani dediti all’agricoltura. In linea d’aria, la Bielorussia dista circa una decina di chilometri. Tutto intorno, distese di pinete secolari e fitti sottoboschi profumati di resina, pioggia e animali selvatici.
Le abitazioni di Kruszyniany sono fatte di legno, tinteggiate di pastello e con gli ingressi che (quasi sempre) cigolano. E in ogni giardino, hanno una piccola jurta, tenda coloratissima dentro la quale si intravedono scorci di Oriente. Ovunque si sente profumo di carne, zuppe, frittelle, frutta cotta e spezie di ogni sorta, aromi mescolati con la voce del muezzin che richiama puntualmente alla preghiera e a un tempo che pare esssersi fermato.
La moschea è un piccolo edificio di legno verde, con il pavimento ricoperto di tappeti e i muri ricamati di arazzi e libri secolari. Poco distante, si trova il vecchio cimitero musulmano, con le tombe antiche dalle iscrizioni in russo, retaggi dell’epoca zarista. Ma quello che resta più impresso è il silenzio. Intimo, profondo e così surreale da far quasi rumore…
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Kruszyniany
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