Va’ dove ti porta il viaggio. Significa non avere altra guida all’infuori del viaggio stesso. Significa lasciarsi condurre dal mondo che si attraversa, dalle persone che si incontrano, dalle circostanze che accadono senza che noi le cerchiamo. Perché sono loro a cercare noi. Il viaggio è un continuo divenire.

Oggi il mondo non ha geograficamente più segreti. Ma se le mappe sono il frutto di dati matematici oggettivi, ciò che i nostri sensi percepiscono, invece, viene misurato attraverso la nostra stessa sensibilità, generando sensazioni mutevoli e mai date una volta per tutte. Le prospettive cambiano continuamente, così come i modi di raccontarle e di condividerle. Le esplorazioni non avranno mai una fine.

Davanti alle differenze culturali, ai confini politici e ai muri, la sete di sapere non conosce barriere. E il binomio bello/brutto cade. Troppo soggettivo, troppo turistico. Meglio cercare il vero, tentare di trovarlo. Come? Iniziando il viaggio con una domanda. E che si ottenga o meno la risposta, l’importante è aver esplorato: il mondo e noi stessi. Il cerchio non si deve chiudere. Mai.

Allora uscite dai tracciati, date retta al vostro istinto, fermatevi proprio laddove la guida che avete acquistato misteriosamente tace. Meglio far parlare la gente del posto incontrata lungo le vie, sulle soglie delle case, nei locali o dove non ci si aspetterebbe di incrociare anima viva. Momenti che traboccano di storie, aneddoti e strappi di vita quotidiana da custodire. E condividere, ovviamente.